Categoria: Con Video
Tag: Adolescenza, COVID 19, Istruzione
Autori: Silvia Di Vara, Stefano Vicari
Rivenditore: Amazon, Macrolibrarsi
La pandemia da Covid-19 sta incidendo in maniera drammatica e imprevedibile sulle nostre vite. L’isolamento e l’insicurezza hanno tatto esplodere situazioni di fragilità, ma da qui si può partire per un ripensamento su come fronteggiare l’emergenza. Alcuni tra i massimi esperti del nostro Paese in tema di infanzia e adolescenza cercano, in questo volume, di individuare snodi critici e strategie percorribili: a partire dal salvaguardare il benessere emotivo, familiare e relazionale, al garantire una frequenza scolastica di qualità (anche e soprattutto per alunni con disabilità).
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- Uno studio preliminare ha mostrato come i problemi comportamentali più frequenti nei ragazzi e nei bambini erano l’irritabilità, la facile distraibilità, disturbi del sonno e la paura di ricevere informazioni circa la pandemia.
- Ridurre la scuola al mero svolgimento della didattica rischia di essere fortemente mortificante. Decenni di ricerche in pedagogia sono lì a ricordarci che la scuola, per un bambino, non è tanto apprendimento di materie curriculari quanto, piuttosto, occasione unica per sperimentare relazioni, riconoscere negli altri le proprie emozioni, scoprire se stessi.
- Tra le tante limitazioni che ci ha imposto il covid, c’è anche la rinuncia al volto e al contatto fisico indotto dalle misure di protezione e sicurezza.
- Il sistema scolastico di ogni suo grado e ordine è ancora oggi oggetto alla rigida procedura di spiegazione in classe, studio sui libri e verifica e l’introduzione della didattica a distanza ha reso più evidente la rigidità di questo schema, intensificando la crisi scolastica già in atto.
- Con l’avvento della pandemia senza saperlo abbiamo affrontato certo non tutti nello stesso modo un’esperienza collettiva con caratteristiche traumatiche.
- Il clima è propizio per trappole difensive: rimuovere (il peggio è passato), negare (basta con queste mascherine), proiettare in modi più o meno paranoidi o complottisti (con la scusa del virus ci vogliono togliere la libertà). Così ci si difende dalla complessità e dall’incertezza psicologica ed economica.
- Quarantene difficili in spazi ristretti abitati da relazioni disarmoniche e conflittuali, hanno esasperato il malessere, la solitudine e l’oppressione del claustrum.
- E quali soluzioni ha inventato per confrontarsi, privato delle normali vie di fuga, con le angosce tipiche della sua età? Oppure il nostro adolescente ipotetico era già abituato alla clausura del dentro informatico delle relazioni on-line e tutto sommato non ha fatto troppa fatica?
- Indossare la mascherina è indispensabile per ridurre la diffusione del coronavirus. Insieme a quella del distanziamento fisico è l’unica soluzione che ci protegge dal rischio di contagiare ed essere contagiati. Alla rinuncia tattile, alla sospensione delle relazioni toccanti, si aggiunge la rinuncia al volto dell’altro. Tutto ciò deve farci diventare più consapevoli e capaci di trovare nuove strategie relazionali salvando il valore dell’intersoggettività cioè di quel dialogo volto a volto. Oltre a riconoscere i volti, abbiamo bisogno di scoprirli, ed è così che spesso nascono gli amori.
- Anche il problema fisico del non potersi toccare da tenere in considerazione Ricordiamoci che come siamo stati toccati da piccolo si deposita nella memoria fisica e quindi anche il toccarsi è parte fondamentale del nostro socializzare .
- Le indagini condotte per investigare l’impatto della pandemia da covid-19 e delle misure per contenere il contagio hanno mostrato che non si può parlare di benessere dei bambini senza parlare di benessere delle famiglie mettendo l’accento sull’importanza di studiare le dinamiche familiari che sono sorte, i fattori di rischio e quelli protettivi in relazione al benessere dei bambini.
- La quarantena sembra quindi essere un fattore di rischio per lo sviluppo di un disagio che si osserva di solito come conseguenza di esperienze fortemente traumatiche con la presenza di incubi, irritabilità, ansia e abbassamento del tono dell’umore.
- Quindi è soprattutto quando la quarantena e l’isolamento riducono la capacità dei genitori di apprezzare la relazione tra genitori e figli che le conseguenze negative hanno un impatto maggiore sui bambini.
- L’insegnante rimane legato alla trasmissione frontale e che non vuole, di fatto, rinunciare alla sua esclusività di fonte primaria è indiscutibile
- La terza rivoluzione e quella dell’era digitale che ha cambiato in modo radicale l’accesso alle informazioni, addirittura nei bambini in età prescolare.
- Si deve constatare che si tratta di un processo irreversibile che ha influenzato i processi e le modalità di apprendimento dei bambini: la scuola non può a ignorarlo.
- Le conoscenze ci dicono, dunque, che i bambini utilizzano come nel passato le loro predisposizioni innate per apprendere, ma le applicano all’ambiente in cui vivono. La scoperta della procedura per accendere la TV o trovare un gioco sul cellulare dei genitori non ha dunque nulla di sensazionale, mostra semplicemente il buon funzionamento del sistema di memoria procedurale che uno dei sistemi di memoria più efficienti e stabile del nostro processo di apprendimento. La domanda successiva che emerge riguarda però l’impatto che l’uso di questi strumenti può avere sui processi di apprendimento successivo, in particolare sull’apprendimento scolastico. L’utilizzo continuo di questi strumenti non produce guasti su alcuni processi fondamentali per lo sviluppo è in particolare per delle conoscenze? Ad esempio, l’utilizzo limitato della matita non produce effetti sulla capacità di impugnarla e successivamente sulla capacità di scrivere il mal a mano in corsivo? La facile disponibilità della calcolatrice non riduce la capacità di fare i calcoli a mente? La disponibilità continua delle immagini ed i video non influenza negativamente la capacità di ascolto e l’attenzione uditiva?
- La scuola, tutta la scuola, di ogni ordine e grado è ancora ferma a quella che Tullio De Mauro chiamava la Santissima Trinità: spiegazione in classe, studio sui libri e verifica. Questo modello non tiene più e, soprattutto nella scuola secondaria di primo grado e di secondo grado, insegnanti ricorrono a un irrigidimento della disciplina perché il modello trasmissivo e organizzativo non Lascia spazio a un cambiamento del contratto didattico tra docenti e alunni e a un miglioramento della comunicazione.
- Tuttavia la DAD ha messo in evidenza l’incapacità di uscire dallo schema della lezione frontale.
- Purtroppo non si può introdurre uno strumento così nuovo è diverso mantenendo gli stessi contenuti e le stesse metodologie.
- Il primo principio, il punto di partenza che deve orientare la creazione di una nuova scuola che risponde ai bisogni formativi degli studenti e quello di mettere al centro i problemi delle fragilità educative.
- Il secondo principio riguarda la necessità di definire il contratto educativo tra docenti e studenti. Questo deve essere fatto per tutti i gradi di scuola perché anche alla primaria c’è la necessità di regolare le relazioni fra i pari e con i docenti non si può tenere distinto insegnamento apprendimento e ambiente educativo. Se alla primaria un bambino ha difficoltà di apprendimento piange in classe Il problema è di tutti e va affrontato insieme punto è una questione sia di educazione che di apprendimento e non può essere un aspetto che la scuola delega alla famiglia.
- Il terzo principio è il tempo scuola punto per organizzare una didattica interattiva non ci possono essere tempi troppo stretti e ore di 50 minuti, che non consentono né al docente uno scambio con gli allievi, né di promuovere scambi tra allievi.
- Il quarto principio prevede l’uso delle nuove tecnologie. I docenti non possono pensare di ignorare questi elementi senza provocare una frattura tra il modo di accedere alle informazioni che domina il mondo è ciò che accade in classe. Senza abbandonare gli strumenti di una volta libri carte penne e lavagna eccetera bisogna però mettere gli strumenti tradizionali e quelli informatici e multimediali sullo stesso piano.
- Il quinto principio riguarda la selezione dei contenuti proposti in classe. Molte attività che vengono proposte sono prive di valore significativo per i bambini e vengono solo memorizzate spesso per il tempo della verifica prima di essere dimenticate.
- Lo stesso principio affronta la questione dello studio dei compiti. È una sorta di delega fra la scuola e la famiglia: la prima insegna, senza occuparsi della simulazione e del consolidamento dei contenuti, mentre alla famiglia spetta il compito di curare questa parte.
- Si parla sempre di investire sulla scuola, ma, se non si avvia un dibattito serio sui bambini di oggi e sui loro bisogni di apprendimento, continueremo ad avere una scuola a misura di insegnante dove vengono dimenticati alunni e studenti. Con la pandemia è come se ci fosse crollata la casa. Ma era una casa di cui ci lamentavamo: vogliamo ricostruirla come era prima o vogliamo crearne una migliore? Ci vuole più design e meno nostalgia. Quindi più progetti e meno rimpianti.
- Per alcuni bambini con certe difficoltà di apprendimento si potrebbe pensare di utilizzare le e-learning. Tra i fattori facilitanti l’apprendimento nei setting digitali, oltre alle buone competenze tecnologiche, l’autonomia dello studio e la capacità di autocontrollo e di organizzazione del lavoro sono piloni fondativi.
- Questo consente una programmazione individualizzata alla modalità a distanza e alla eventuale modifica di obiettivi e contenuti didattici ove necessario.
- Un primo aspetto senz’altro evidente è che l’emergenza dovuta al COVID-19 ha messo a nudo e ulteriormente esacerbato le disuguaglianze preesistenti.
- Se il tema non è di certo nuovo, vero è che con la DDI sono state messe in luce, in modo macroscopico, nuove povertà educative derivanti dall’appartenenza a contesti di disagio socio economico e culturale.
- La condizione di lockdown ha improvvisamente modificato la vita quotidiana di tutta la popolazione di ogni fascia di età e condizione socio economica, tuttavia, con un diverso impatto sulla vita di bambine e bambini e delle loro famiglie in funzioni delle condizioni individuali e ambientali e delle risorse psicologiche, culturali e socio economiche disponibili. Lo sviluppo, come dimostrato da attuali approcci psicologici, è un processo emergente da molteplici vincoli a livello di attività genetica, attività neuronale, funzioni psicologiche ed esperienza ambientale che interagiscono tra loro in modo dinamico e bidirezionale.
- Tutte le condizioni dovute al lockdown hanno determinato forte stress nei genitori, con potenziali effetti negativi sulla relazione con i figli e sul benessere psicologico familiare.
- La didattica a distanza basata sull’uso di Internet attraverso diversi mezzi tecnologici ha rappresentato in tale situazione di emergenza una opportunità e una risorsa consentendo ai bambini, alle loro famiglie di non interrompere il percorso formativo, di mantenere, seppure modalità virtuale, alcune relazioni con i pari e gli adulti di riferimento e di limitare il senso di isolamento.