I conflitti sociali sono come gli incendi: si possono prevenire e spegnere sul nascere. Un libro che usa il metodo scientifico per illuminare le origini psicologiche, biologiche ed economiche di alcuni dei conflitti più divisivi della società e, di conseguenza, proporne delle possibili soluzioni. Una lettura forte, che va a toccare alcuni dei nervi scoperti dell’umanità. In quest’epoca di cambiamento e di transizione accelerata viviamo immersi in tensioni bipolari. Conflitti che creano ansie più o meno inconsce nella vita di tutti i giorni. Sicurezza e libertà contro uguaglianza e solidarietà, uomini contro donne, autoctoni e tradizioni locali contro stranieri e multiculturalità, fatti contro opinioni. Molti fanno finta di non accorgersi di questi conflitti o li ignorano. Altri li riconoscono, li detestano, non li accettano, ma non li capiscono e non cercano modi per ridurli. Con questi atteggiamenti non vince mai nessuna delle due parti antagoniste ma, piuttosto, si afferma sempre di più il conflitto che devasta le società, svilisce la politica e frammenta perfino le cose più care, come l’amore di coppia e la famiglia. Gli autori descrivono modi per conoscere ed evitare di restare intrappolati nei conflitti quotidiani, per riconoscere dove e quali sono le differenze che dividono, per recuperare la prospettiva dell’insieme e per superare le frammentazioni.
- Venne scattata nel 1990 la fotografia del “pallido puntino blu” un granellino di pulviscolo atmosferico.
- Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l’illusione che noi abbiamo una qualche posizione privilegiata nell’Universo sono messe in discussione da questo punto di luce pallida.
- Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande avvolgente buio cosmico.
- Per me sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l’uno dell’altro e di preservare e proteggere il pallido. blu l’unica casa che abbiamo mai conosciuto.
- In origine per Rousseau gli individui si muovevano in maniera solitaria mossi solamente dai propri bisogni primari gli incontri con gli altri esseri umani erano rari e finalizzati principalmente alla riproduzione e non vi erano disuguaglianze in quanto tutti gli esseri umani vivevano fondamentalmente da soli e quindi non c’era passaggio ne accumulo di conoscenza di generazione in generazione ne vi erano oppressori e oppressi in quanto non erano ancora stati inventati gli strumenti di dominio.
- Questo perché a un certo punto dell’evoluzione umana, forse a causa di un evento catastrofico, gli esseri umani hanno incominciato ad avvicinarsi gli uni agli altri, a sviluppare rapporti, a vivere in piccoli gruppi, basati su legami familiari. In questa fase dell’evoluzione, gli esseri umani hanno dovuto intuire che sarebbe stato utile possedere provviste in abbondanza. Dunque inventarono i mezzi di produzione e quindi la proprietà privata, attraverso la quale alcuni esseri umani divennero ricchi, mentre la maggior parte rimasero poveri. Fu questa condizione di disuguaglianza che, secondo il filosofo, porto gli esseri umani a guardarsi intorno. E a cominciare a competere per chi possedeva più risorse naturali. Ma senza società e senza leggi, la competizione libera dovette generare uno stato di conflitto di tutti contro tutti, virgola in cui la violenza, le rapine non erano l’eccezione, ma la norma appunto. Siccome in assenza di Stato e quindi in assenza di leggi e prigioni, dalla violenza e dalle rapine, i ricchi hanno tutto da perdere, mentre i poveri hanno tutto da guadagnare, È stato in questo momento che, secondo Rousseau, ai ricchi è venuto in mente l’idea di proporre ai poveri un contratto sociale, con il quale i ricchi si impegnavano a creare un sistema che garantisce a tutti il necessario e stabilisce la giustizia.
- Per Hobbes, dunque il conflitto di interessi è insito in quella parte della natura umana che ereditiamo dagli animali; non richiede alcuna proprietà privata. Di natura gli umani guerreggiano gli uni con gli altri, in una lotta totale per il dominio delle risorse. “Homo homini lupus”: L’uomo è un lupo per gli altri uomini. C’è un però: siccome la guerra totale causa la morte dei singoli, essa contraddice il principio naturale di sopravvivenza. Per Hobbes, sarà quindi la natura stessa che, per preservarsi, suggeriva agli uomini la soluzione allo stato di guerra totale: che gli uomini firmino un contratto sociale attraverso il quale volontariamente trasferiscono i loro diritti a una persona (o un’assemblea), che ha il ruolo di mantenere la pace usando la forza contro coloro che la minacciano.
- Per Darwin, originariamente, ci doveva essere solo un numero minimo di organismi, capaci di fare cose molto elementari. Tramite la riproduzione e la mutuazione casuale, si sono evoluti per selezione naturale, organismi sempre più complessi e capaci di adattarsi al territorio.
- In più la teoria dell’evoluzione nega esplicitamente la creazione dell’uomo: l’essere umano non è stato creato, si è evoluto.
- Nel 2020, conosciamo il nostro passato evolutivo, ancora meglio di cinquant’anni fa. Al momento, la teoria più accreditata è che il genere Homo, cui apparteniamo, a noi, Homo sapiens, si sia separato dal genere PAN, cui appartengono scimpanzé e bonobo, tra i quattro e i 7 milioni di anni fa, prendendo da allora una traiettoria evolutiva a sé. L’adattamento fondamentale che si è evoluto con il genere Homo e il bipedismo.
- Siccome queste specie condividono con noi oltre il 95% del DNA della storia evolutiva, è ragionevole supporre che nello Stato di natura l’essere umano abbia vissuto in condizioni abbastanza simili a loro.
- Gli scimpanzé e i bonobo nonostante abbiano in comune tra loro il 99,6% del DNA, vivono in maniera quasi diametralmente opposta. Gli scimpanzé sono tra gli animali più violenti del pianeta, vivono in gruppi dai 20 ai 150 individui strutturati in una gerarchia di potere in cui i maschi più forti hanno maggiore accesso a opportunità sessuali e al cibo. I bonobo dall’altra parte, sono noti per vivere in maniera molto più pacifica. Sebbene anche loro usino occasionalmente la violenza per risolvere i conflitti. Nella maggior parte dei casi preferiscono l’attività sessuale, anche omosessuale, che viene usata sia come tecnica di distensione dopo un conflitto, sia come tecnica di risoluzione del conflitto stesso.
- Perché queste differenze? La risposta più accreditata è che sia proprio la condizione ambientale a fare la differenza. Tuttora scimpanzé e bonobo vivono geograficamente molto vicini, i primi a nord del fiume Congo, i secondi al sud. Bisogna ricordare che il fiume Congo divide e quasi esattamente in due, appunto, il Congo. Siccome non erano in grado di nuotare e attraversare il fiume, sono rimaste separate, prendendo traiettorie evolutive diverse. Ora il punto cruciale è che il territorio al sud del fiume Congo è più fertile e rigoglioso di quella nord e quindi per i bonobo ci sono molte meno occasioni di competere per risorse rispetto agli scimpanzé, i quali invece sono portati a competere per le minori risorse a disposizione nel territorio in cui si sono ritrovati a vivere.
- Si deduce che la violenza è principalmente legata alla carenza delle risorse e meno alla complessità della società. Studi recenti di psicologia sociale hanno cercato di analizzare i residui di violenza più o meno inconsci che abbiamo anche noi esseri umani moderni e abbastanza fortunati da vivere in società relativamente pacifiche. Uno studio ha trovato che 9 uomini su 10 e 8 donne su 10 hanno immaginato nell’ultimo anno di uccidere un conoscente. Nella maggior parte dei casi si tratta di un rivale in amore o nel lavoro, oppure di un familiare stretto con cui si è in conflitto. Lo storico americano Carl de Blair ha dimostrato che i bambini hanno istinti estremamente violenti, tanto da concludere che i bambini in tenera età non si uccidono perché non diamo loro in mano coltelli e pistole. La domanda che non abbiamo cessato di porci negli ultimi trent’anni è come i bambini imparino ad aggredire. È una domanda sbagliata. La domanda giusta è come imparino a non aggredire? L’essere umano nella sua condizione naturale è estremamente violento, probabilmente perché è dalla notte dei tempi che è in competizione con altri esseri umani per le poche risorse a disposizione.
- Quale è stato il periodo più felice della nostra vita? Attenzione, abbiamo chiesto il periodo più felice della nostra vita, non il momento. Il giorno in cui vi siete laureati i giorni in cui vi siete sposati o il giorno in cui è nato il vostro primo figlio non valgono. A questa domanda buona parte delle persone risponde l’infanzia. Il che non sorprende. L’infanzia è caratterizzata da due stati psicologici che sono irripetibili nel corso della vita: la soddisfazione di tutti i bisogni primari e l’inconsapevolezza della morte.
- Con l’entrata nell’adolescenza, invece, si sviluppano un altro. Bisogno primario. Stiamo parlando del desiderio sessuale, che per essere placato pienamente richiede un’altra persona. L’entrata nella competizione sessuale è stressante man mano che si cresce di età subentrano i desideri di alto livello. I grandi obiettivi che caratterizzano la vita di una persona, il titolo di studio, il matrimonio, la realizzazione professionale. Tutti obiettivi che non dipendono solamente dalla volontà dell’individuo. Quindi la fanciullezza è un momento piacevole, perché c’è l’inconsapevolezza della propria mortalità.
- Man mano che si va avanti con l’età, che tra l’altro è uno dei motivi per cui quando si invecchia si tende in media a votare sempre per i partiti. Che promuovono politiche di sicurezza. Genera. Un’illusione cognitiva che ci fa idealizzare il passato man mano che invecchiamo tendiamo sempre più a credere che il mondo intorno a noi stia andando a rotoli. Ma questa è un’esperienza soggettiva. In realtà non è il mondo intorno a noi che va a rotoli, siamo noi stessi che, avvicinandoci alla morte andiamo a rotoli.
- Gli esseri umani sono gli unici animali a possedere la consapevolezza dell’inevitabilità e imprevedibilità della propria morte. Infatti, gli unici animali che si riconoscono allo specchio sono le scimmie antropomorfe, le orche, il delfino tursiope, gli elefanti, il cavallo, la gazza europea e il polpo.
- Dunque, gli umani sono probabilmente gli unici animali ad essere consapevoli della propria mortalità. E questa non è affatto una banalità, anzi, è proprio qui che ha origine la nostra tragedia. Si creano quindi sistemi di immortalità simbolica.
- Dare la vita per il proprio gruppo significa essere ricordati da quel gruppo. Significa diventare simbolicamente immortale. Un altro esempio di immortalità simbolica è, ovviamente la riproduzione. Esempi meno banali sono l’arte, la scienza e l’impegno politico. Non a caso, viene da dire che queste tre professioni, l’arte, la scienza e la politica siano tra le più competitive al mondo, in quanto quello che mettono in palio non è una cosa finita, misurabile col denaro. Mettono in palio una cosa infinita, l’immortalità simbolica.
- Ci sono poi azioni che invece consentono di evitare il pensiero della morte. Immaginate per un attimo un mondo in cui non esistano film, non esistano libri, non esistano canzoni, non esista nulla che possa intrattenervi la sera, quando vi mettete a letto. A cosa pensereste prima di dormire? Forse comincereste col pensare ai piccoli problemi che vi attanagliano giornalmente. Poi passereste ai vostri problemi di salute. Infine, alla vostra morte. L’intrattenimento ha la funzione di stroncare sul nascere questa catena di pensieri. La risata, in particolare, è meravigliosa. Perché avviene nel presente, quando si ride, non esiste passato, ma soprattutto non esiste futuro. E se non esiste futuro non ci può esistere la morte.
- Gli esseri umani creano la società con l’obiettivo di allontanare lo spettro della morte.
- La società nasce anche con l’obiettivo esplicito di risolvere i conflitti tra i cittadini. E assolutamente naturale che un uomo grande e muscoloso rubi il cibo o il denaro a un uomo piccolo e mingherlino. Prescindiamo da qualunque corrispondenza a priori tra naturale e morale. Per evitare che ciò accada servono dei contro incentivi, un qualche meccanismo che faccia capire all’uomo grande e muscoloso che forse non è una buona idea derubare l’uomo piccolo e mingherlino forse può ottenere più non derubandolo. I più semplici di questi contro incentivi sono le punizioni.
- Tutte le società prendono spunto dal codice di Hammurabi. Praticamente tutti gli Stati moderni hanno un codice legislativo che si basa sul medesimo principio di fondo, un danno viene punito con una pena che deve essere se non uguale almeno proporzionale al danno fatto.
- Introduciamo le nozioni di costo e beneficio di un’azione. Tipo rubare X Euro contro andare y mesi di galera. Le azioni tengono per esempio anche conto delle emozioni, se una forte emozione, come la rabbia per sentirsi vittima di un’ingiustizia, spinge verso il compimento dell’azione illegale, allora il soddisfacimento di quell’emozione va contato tra i benefici dell’azione stessa. Quello che stiamo fermando e che gli esseri umani tutti, quando devono compiere una scelta, fanno un veloce calcolo mentale di costi e benefici in maniera intuitiva. Un calcolo che a volte viene fatto a livello inconscio senza neanche rendersene conto. Il reato è volto a soddisfare un bisogno fondamentale e quindi le punizioni non sono una maniera efficace per impedire il reato. Le emozioni non sono altro che comportamenti che sono stati adottati nel corso dell’evoluzione umana di generazione in generazione.
- Per esempio, continuiamo ad avere paura del buio, anche se dormiamo in sicurezza in una camera da letto, per il semplice motivo che abbiamo passato come specie centinaia di migliaia di anni a dormire nelle caverne o in campi all’aperto, con tutti i pericoli che arrivavano con il buio. Tipo aggressioni di animali o di altre tribù umane? È un fatto ben noto che le donne in media hanno più paura nei ragni rispetto agli uomini, perché? Per comprendere bene la complessità dei conflitti bisogna capire dove ci stanno portando le emozioni.
- Bisognerebbe adottare il raziocinio. Ma il raziocinio è senza dubbio faticoso, richiede l’uso del secondo sistema cognitivo umano, la ragione che ha un ruolo duale rispetto a quello delle emozioni. La ragione analizza la situazione specifica con tutti i suoi pro e i suoi contro per dedurre. La scelta ottimale in quella particolare situazione.
- Un’altra analisi che viene fatta è quella sulla punizione e i premi. La prima considerazione riguarda la spesa monetaria per finanziare le punizioni e i premi. Il primo riguarda la spesa monetaria per finanziare le punizioni e i premi. Mantenere le carceri italiane ha un costo che si aggira intorno ai tre miliardi di euro l’anno. Dei quali soltanto una minima parte viene recuperata dalle esenzioni economiche. Ad esempio, nel 2017 gli italiani hanno pagato soltanto un miliardo di euro in multe. Il secondo costo prende il nome di costo di monitoraggio. Per sapere chi premiare o chi punire, l’istituzione deve sapere chi si è comportato in maniera cooperativa o chi si è comportato in maniera antisociale e questo ha un costo in concreto potrebbe essere il costo dell’acquisto del monitoraggio di telecamere e del personale per la visione di ore e ore di filmati. Oppure potrebbe essere il costo degli agenti addetti alla sorveglianza.
- Ad ogni modo, essere a conoscenza dell’azione dei cittadini ha un costo.
- Viene fatto uno studio anche su quella che sono definite le spinte gentili. Una spinta molto comune. E la salienza Sapienza intesa come una rilevanza che condiziona. Un altro esempio è l’inerzia. Sono due modalità di scelta, una cosiddetta scelta di default o scelta passiva, che viene fatta, se una persona decide di lasciare le cose come stanno, di non fare alcun cambiamento. Un esempio utilizzato è quello della scelta della donazione degli organi, ovvero ci sono delle leggi in Europa differenti in alcuni Stati. Tu sei costretto obbligato a scegliere se donare gli organi o meno. Ma la scelta di default, solitamente, e non donare il dialogare. In altri Stati la scelta di default e donare gli organi. Dagli studi si evince che quando la scelta di default e donare gli organi in quello Stato c’è una maggiore contribuzione alla donazione degli organi.
- Quando ci troviamo di fronte ad un problema decisionale complesso, il nostro cervello tende a semplificarlo riducendolo ad una copia stereotipata ed esemplificata, copia che generalmente si basa sulle nostre esperienze di vita quotidiana. Le strategie che in questa copia stereotipata del problema iniziale prendono il nome di Euristiche. Da sottolineare la differenza con la definizione di emozione. Le emozioni provengono dalle radici ancestrali dell’essere umano. Le euristiche provengono dall’esperienza specifica dell’individuo.
- Ad ogni modo, se le scelte che compiamo sono spesso influenzate da come le opzioni a disposizione vengono presentate, va da sé che le persone che hanno il ruolo di creare il contesto in cui si fa una scelta, i cosiddetti architetti delle scelte, hanno il potere di influenzare le scelte delle persone. C’è, infatti, una linea molto sottile tra l’influenzare le scelte delle persone verso direzioni che sono utili per le persone stesse o per la società nel suo complesso e il manipolare le scelte delle persone verso direzioni che sono utili per il manipolatore.
- Questo tipo di esempio serve anche a capire come un vetro rotto in una strada, se non sostituito subito, ne genera centinaia di altre centinaia di finestre rotte, danno l’impressione di degrado urbano e incoraggiano comportamenti criminosi. Le persone tendono a gettare le cartacce a terra più spesso in una strada che è già piena di cartacce rispetto a una strada pulita.
- Le norme si suddividono in vari tipi, ci sono le norme personali. Poi le norme in aggiuntive che riguardano ciò che la società approva o disapprova, le norme descrittive, invece, riguardano ciò che la società effettivamente fa.
- Si possono trovare esempi di norme aggiuntive descrittive guardando ai comportamenti collettivi della società e ponendosi la domanda, qualora deviasse dal comportamento collettivo, verrai giudicato male o no? Se la risposta è sì, allora stiamo parlando di una norma ingiuntiva, altrimenti stiamo parlando di una norma descrittiva.
- Sulla base di tutta una serie di esperimenti e in relazione a quanto già detto, si può arrivare a parlare di possibilità di cooperazione fra le persone.
- La cooperazione è condizionata da tanti fattori e come abbiamo già visto dalle norme, comunque dalle emozioni e dalle euristiche. Sappiamo che il discorso della cooperazione è andato un po’ a diminuire nelle nostre società negli ultimi anni. Le persone hanno perso la capacità di. Cooperare? Dunque una possibile strategia per aumentare la cooperazione potrebbe essere quella di insegnare alle persone a cooperare. Come si può fare? Chiaramente la cosa migliore sarebbe riuscire a insegnare ai bambini a cooperare sin da piccoli.
- Tutti i sistemi collaborativi di convivenza che sembrano in qualche modo malati rallentati. Esiziali, tanto che una parte importante di essi è davvero fallita, non riesce più a funzionare e a realizzare quelle funzioni per le quali esiste. La rete individua famiglia, società civile, impresa, Stato è sempre più precaria.
- Spesso non ci si accorge di come certi sbilanciamenti, come più egoismo e meno altruismo siano il risultato, forse imprevisto del capitalismo iperliberista e sregolato.
- Il Monopoli educa e intrattiene ragazzi e adulti attraverso il gioco dell’accumulazione competitiva, dove la crescita di ricchezza di uno si realizza svantaggio di altri e anche i servizi come energia e trasporti pubblici sono privati e servano ad accumulare profitti. All’inizio del terzo decennio del terzo millennio è evidente dalle cronache quotidiane che le competizioni avversarie di livello planetario considerate fino a pochi anni fa le più minacciose di tutti, come l’annichilimento nucleare e il cambio climatico, preoccupano ognuno dei cittadini del mondo, molto meno. Delle nuove dozzine di paura quotidiana e sofferte da tutti per la scarsa collaborazione che rendono la vita davvero amara.
- Il contagio globale di odio spicciolo diffuso e spalmato a piccole dosi in ogni faccenda umana si fonda su una educazione farlocca data in pasto ai bambini fin da piccoli.
- Ma l’educazione potrebbe e dovrebbe essere anche la soluzione dei nostri conflitti. Infatti, educare significa creare persone adulte e libere dalla paura degli altri e ben disposte a cercare la felicità propria e collettiva nella collaborazione pacifica, non antagonista e non violenta. È dunque urgente, è assolutamente prioritario rigenerare l’educazione interculturale alla collaborazione pacifica tra persone e gruppi diversi, le istituzioni e le agenzie educative moderne, dalla scuola elementare fino all’università, sono state progettate per addestrare i bambini, i ragazzi, i giovani. A vedere e sperimentare il mondo diviso in parti, collegandole così dall’insieme unificato di natura, comunità, universo. Peggio ancora in troppi sistemi educativi i bambini sono osservati, giudicati e confrontati l’uno con l’altro, a partire da quanto bene riescono a ricordare ciò che è stato loro insegnato, invece di stimolare la loro voglia innata al di scoprire il mondo facendone esperienza insieme in un modo collaborativo. Invece che competitivo e dunque crescere e imparare insieme, senza lasciare indietro nessuno. Insegnare storia e geografia a pezzetti e separate dalla biologia, dalla filosofia, dalle lingue, crea un’ulteriore senso di alienazione e disconnessione.
- Molti vedono se stessi come individui separati dall’universo, impariamo a sperimentare la vita e a vedere il mondo diviso in parti. La scuola divisa per materie, il lavoro, la famiglia, i risparmi, la città, la fede religiosa, la nazione, la storia del paese o della regione, lo sport, la nutrizione, la salute, la politica, il voto alle elezioni di intrattenimento, le vacanze, i libri. Le comunicazioni e i media, tutte componenti della vita, separati in pezzetti, come quando a scuola si passa da geografia e italiano, da religione a matematica. I media tradizionali giornali, TV, e i social network contribuiscono a questa frammentazione crescente dell’universo, in pezzi sempre più piccoli che poi insieme non dicono nulla, come se fosse un mosaico messo insieme alla rinfusa.
- Per imparare a gestire le emozioni serve un esperto di emozioni, sarebbe una grande rivoluzione sociale positiva quella di istituire una materia scolastica in cui ai ragazzi venga insegnato a gestire le proprie emozioni.
- L’istituzione di uno psicologo di base era nell’aria già da tempo. Infatti, le statistiche sanitarie dimostrano che circa la metà delle persone che si rivolgono al medico di base lo fanno non per problemi di salute fisica, ma per problemi di salute mentale riconducibili a problemi esistenziali o relazionali. Ciò non toglie che l’istituzione di una figura professionale che insegna agli esseri umani all’evitare i comportamenti autodistruttivi e quelli distruttivi nei confronti della società, è la direzione verso cui dobbiamo puntare come società.
- La più comune distinzione politica, almeno negli ultimi due secoli e mezzo, è quella tra destra e sinistra. Da dove nasce questa suddivisione e da dove provengono i termini destra e sinistra? Anche questa è nata in maniera casuale. È avvenuto poco prima della rivoluzione francese. E precisamente nel maggio 1789, quando venne organizzata un’assemblea fra nobiltà, clero e popolo. Gli esponenti conservatori seduti alla destra del re e gli esponenti radicali seduti alla sinistra. In tutte queste assemblee si ripete la stessa disposizione.
- Ciò che distingue principalmente la destra dalla sinistra non è il livello di intelligenza, ma la visione del mondo. Alcuni conflitti che non hanno un’unica soluzione perché contrappongono diversi principi morali.
- La stragrande maggioranza delle persone è d’accordo che se è possibile bisogna aiutare gli altri. Allo stesso tempo, la stragrande maggioranza delle persone ritiene che aiutare il proprio gruppo sociale sia moralmente giusto. Il problema nasce nelle situazioni in cui non si possono ottenere entrambi i risultati nelle situazioni in cui c’è un conflitto tra le due regole morali. L’esempio classico è l’immigrazione
- La pandemia potrebbe causare la morte di 199 milioni di persone in tutto il mondo. Da questo punto di vista mettere in atto il lookdown è moralmente giusto perché consente di salvare un gran numero di vite umane. Ma il lockdown non arriva senza costi, la restrizione della libertà individuale può avere conseguenze gravissime, tra cui usare un aumento della violenza domestica, depressione e suicidi. Da questo punto di vista obbligare tutta la popolazione del restare a casa e moralmente sbagliato perché causa conseguenze negative sugli individui. Dunque ci sono due principi morali diversi, la cura della salute delle persone e la cura della libertà delle persone.
- L’evoluzione. Ha portato a sviluppare delle emozioni che favoriscono l’amore verso il proprio gruppo e l’olio verso i gruppi rivale.
- Un’altra Fondazione morale e l’autorità e il rispetto. Esistono termini speciali per riferirsi a persone autorevoli, mostrando deferenza e rispetto nelle forme del linguaggio stesso. Per esempio, in italiano si usa il lei o addirittura il voi. Vivere in gruppo genera automaticamente una figura di autorità di riferimento. Quindi il concetto di autorità rappresenta l’antenato prototipico del concetto di Stato.
- L’evoluzione ci ha creato una fondamentale emozione, il disgusto il cui ruolo è di allontanarci da oggetti portatori di malattia, escrementi, cadaveri.
- L’emozione che protegge i nostri principi morali e la stessa emozione che ci protegge dal toccare cibo avariato dai vermi o una carcassa umana? Vedi l’odio nei confronti dei gay?
- Detto in maniera informale, non è vero che la persona tipica di sinistra è più morale della persona tipica di destra, così non è vero neanche il contrario, che la persona tipica di destra è più morale della persona tipica di sinistra.
- La destra è spesso contro le misure di ridistribuzione economica e a favore di restrizioni alla libertà nelle scelte altrui.
- Viene dunque da chiedersi, dove nascano i principi morali individuali, perché una persona valorizza più una certa dimensione morale piuttosto che un’altra? A determinare i principi morali di un individuo sono. Quelli genetici, quelli ambientali condivisi e quelli ambientali unici. I fattori genetici sono tutti quelli che dipendono direttamente dai nostri geni, essi sono innati e rimangono invariati per tutta la vita. I fattori ambientali condivisi sono quelli riguardanti l’ambiente. Familiare? I fattori ambientali unici racchiudono tutto quello parte di influenza ambientale che caratterizza unicamente un soggetto, per esempio alla sua relazione con gli amici e con i suoi partner sentimentali. Quali tra questi fattori determina maggiormente la nostra moralità? I fattori genetici giocano un ruolo più importante di quanto molte persone direbbero.
- I gemelli omozigoti, separati alla nascita e cresciuti separatamente, sono estremamente simili tra loro, non solo in tratti abbastanza ovvi, come il quoziente intellettivo e i tratti fondamentali della personalità, ma anche in tanti. Meno ovvi, come la tendenza a diventare dipendente da nicotina o alcol e addirittura la probabilità di divorziare. Ma la cosa più interessante è che sono molto simili anche nei loro principi morali. Tanto che se uno è democratico, anche l’altro tenderà ad essere democratico e viceversa.
- I geni spiegano soltanto circa il 50% della variabilità nei principi morali. Da dove viene il resto? Possiamo quindi analizzare l’effetto dell’ambiente familiare condiviso. L’ambiente condiviso conta pochissimo, i fratelli adottivi si assomigliano tra loro, più o meno quanto si assomigliano due perfetti sconosciuti. Una maniera per riassumere questi risultati è che meno del 10% della variabilità della personalità e spiegato dall’ambiente condiviso. Ciò che la ricerca scientifica dimostra e sottilmente diverso l’effetto dei genitori sulla personalità fondamentale dei figli, inclusa quella morale, è già iscritto nel patrimonio genetico.
- Tornando ai fattori che determinano i nostri principi morali, abbiamo descritto come il 50% della variabilità e spiegate o dai geni. Mentre meno del 10% è spiegato dall’ambiente condiviso. Ne consegue che l’ambiente unico deve spiegare il restante 40, 50%. Non è raro, infatti, incontrare persone che affermano di aver cambiato opinione su un qualche tema divisivo dopo aver sperimentato sulla loro pelle il conflitto risultante.
- I conservatori rispetto ai democratici differiscono nel funzionamento di alcuni neurotrasmettitori, specialmente il glutammato, la Dopamina e la serotonina, che sono associati ai segnali di pericolo, minaccia e paura, inclusa quella per i germi.
- Per cominciare ciò che è scritto nei geni, essendo favorito da linee evolutive, tende ad essere associato a reazioni emotive. Ne consegue che le proprie credenze politiche e morali sono spesso supportate da emozioni forti e profonde. Questa relazione spiega perché le discussioni politiche, anche a tavola tra parenti e amici tendono ad essere estremamente aspre perché sono in buona parte guidate da risposte emotive. L’ambiente unico è per definizione ciò che ci accade durante la vita e che ci definisce unicamente come esseri umani. L’essere stato vittima di bullismo, l’aver contratto un virus, l’essere rimasto vittima di un’esperienza del sessuale, di una gravidanza non desiderata e le altre esperienze forti che lasciano un segno. Questo ci fa comprendere ancora meglio perché i conflitti politici sono particolarmente aspri. Molti degli ideali morali che ne sono alla base sono il risultato delle nostre esperienze di vita, uniche e ripetibili. Noi siamo i nostri principi morali.
- Capita quasi a tutti di innamorarsi o di avere dei figli, sono ricordi che amiamo ma non ci identificano. Quello che ci identifica come esseri umani e l’essere andato a destra invece che a sinistra, in una scelta difficile che ci ha fatto soffrire. Il modo in cui siamo divenuti la persona unica che siamo oggi fa sì che quando ci troviamo a scontrarci politicamente o moralmente con qualcuno automaticamente è più o meno inconsciamente. Ci sentiamo offesi nel più profondo delle nostre identità. È come se. Quel qualcuno in quel momento ci stesse dicendo. Che tutte le scelte che abbiamo compiuto fino a quel momento sono errate. I sistemi simbolici come i partiti politici, non sono altro che tentativi dell’essere umano di perseguire un senso di immortalità simbolica. Il partito politico di appartenenza di una persona ne è la sua naturale proiezione immortale ed eterna. Di conseguenza, gli individui che si trovano a lottare per un’ideale politico non stanno semplicemente lottando per affermare chi ha ragione o chi ha torto. Stanno facendo qualcosa di molto più tragico, stanno lottando per l’immortalità.
- Cercare di risolvere il conflitto politico richiede alcune accorgimenti. Si tratta di avere un atteggiamento più modesto e meno presuntuoso. Chiunque ci dica di avere una formula risolutiva per tutti i problemi dell’umanità, sta chiaramente mentendo oppure semplicemente non hai idea della complessità del mondo. Nessun essere umano ha le capacità cognitive sufficienti per calcolare tutti i costi e tutti i benefici di una scelta politica. Se domani sia le persone di sinistra che quelle di destra cominciassero ad ammettere i limiti della loro narrativa politica, ci troveremmo di fronte ad una opportunità di dialogo meravigliosa. Come abbiamo visto nel capitolo uno evidenza scientifica lascia poco spazio a visioni idealistiche e dimostra chiaramente che l’essere umano, allo stato di natura, tende all’egoismo e quando il proprio egoismo si scontra con quello degli altri, la persona tende alla violenza. Per questa ragione le Istituzioni sono necessarie per regolare la vita sociale umana. Dunque questo è un punto che la destra ha capito bene e che invece la sinistra ancora fatica a comprendere.
- L’oppressione crea ribellione. Questo è un punto che la sinistra sembra aver capito bene, ma che invece la destra sembra non aver compreso ancora, se è possibile bisogna evitare di opprimere le persone.
- Una citazione di Abraham Lincoln: Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre.
- Apriamo il capitolo immigrazione. Partendo dalle cause. Perché gli esseri umani migrano? Per causare migrazione c’è bisogno della carenza di una risorsa. E del desiderio della risorsa mancante. In breve, la causa della migrazione è sempre un desiderio insoddisfatto. Nei casi estremi in cui la migrazione è necessaria alla sopravvivenza, la forza di volontà che ne deriva può essere talmente intensa da portare il migrante ad attraversare il pianeta a piedi.
- Alla base troviamo i bisogni fisiologici legati alla sopravvivenza, alla riproduzione come l’alimentazione, respiro e l’attività sessuale. Il bisogno di autostima e il bisogno di autorealizzazione, bisogni che sono legati al desiderio unicamente umano di realizzare il proprio potenziale. Il genere Homo si è evoluto nella fascia tropicale africana sub sahariana.
- Così per migliaia e migliaia di anni, questi gruppi di ominidi si sviluppavano diventavano umani, Evolvevano ciascuno il proprio linguaggio, le proprie tradizioni, il proprio sistema. Culturale separa. Fatti così da una montagna, da un deserto, da un mare o da un fiume, nascevano decine e decine di prototipi di città-Stato in cui gli umani si mettevano d’accordo per cooperare, inventando un modo molto efficiente ancora in uso. Ogni individuo. Da parte delle proprie risorse allo Stato perché questo le usi per creare beni di uso comune. Pagando le tasse, ogni individuo comprava il diritto di usare strade, scuole e altri beni comuni non solo per se stesso ma per tutta la famiglia ed eventuali discendenti non ancora nati. Ecco dunque che per un motivo pragmatico, queste prime città-stato inventavano formalmente il concetto di confine per dividere coloro che hanno diritto di usare il bene comune, comprato attraverso le tasse e coloro che invece non hanno questo diritto.
- Dunque, migrare e naturale. Ma anche i confini sono naturali. Ecco quindi l’origine del conflitto.
- Uno psicologo olandese ha dimostrato che la categorizzazione tra noi e loro viene attivata dall’ossicitina, un ormone che regola le emozioni sociali agendo direttamente sull’amigdala. L’ossicitina aumenta, strategie difensive di non cooperazione che in alcuni casi possono anche essere aggressive. Ma la cosa più inquietante è che la distinzione tra noi e loro può essere attivata anche senza che il noi condivida una storia Comune di uso di una risorsa. Nel caso in cui noi sono le persone che amano i gatti e loro sono le persone che amano i cani. Nello stesso lavoro è stato dimostrato che quando le persone sono raggruppate in base alle preferenze morali, allora la discriminazione si fa ancora più forte.
- Quanto discriminiamo gli altri dipende dalla distanza che percepiamo tra noi. La nostra identità e quella degli altri. Questo potrebbe spiegare il motivo per cui in Italia si assiste ad una maggiore discriminazione verso gli immigrati africani rispetto agli immigrati provenienti dall’Europa dell’est e dalla Cina. Che questi non siano in grado di integrarsi e il cavallo di battaglia della destra nazionalista e anti immigrazione è uno dei motivi di questa convinzione e l’enorme distanza identitaria che ci separano con le popolazioni africane. Comprendendo tutte le nostre credenze, la nostra identità culturale rappresenta una nostra estensione simbolica. L’esistenza stessa di un’altra identità culturale dimostra che un’altra visione del mondo è possibile e quindi minaccia l’assolutezza della nostra visione del mondo. La disparità accade perché l’immigrazione di popoli la cui cultura sembra molto diversa dalla nostra, rende saliente dentro di noi la relatività della nostra identità culturale e quindi fa emergere il terrore della nostra mortalità. Nuova Liga? Nel gennaio 2019 in Italia risultano presenti oltre 1.000.200, immigrati rumeni. Questi immigrati sono quasi equamente distribuiti tra uomini e donne. Circa 700.000 sono donne e poco più di 500.000 sono uomini. Questo implica che i rumeni raramente entrano in competizione con gli italiani per i partner sessuali. Inoltre, i rumeni sono relativamente simili dagli italiani parlano la lingua romanza, tanto che riescono a imparare l’italiano senza studiarlo in pochi mesi e appartengono alla religione ortodossa romena, la quale è relativamente vicina alla religione cattolica.
- Se invece guardiamo i dati dell’immigrazione africana troviamo dei numeri completamente diversi, in questo caso circa il 90% degli immigrati sono giovani uomini in piena attività sessuale. Mancando una proporzione equivalente di donne, questi giovani uomini andranno a cercare soddisfazione sessuale fuori dal loro contesto sociale, entrando in conflitto con i partner sessuali, con la popolazione nativa. Inoltre, marocchini, egiziani, tunisini, senegalesi sono prevalentemente musulmani. Quindi le motivazioni di quello che noi chiamiamo razzismo, sostanzialmente sono la sovrabbondanza di uomini rispetto alle donne e la differenza culturale. Gli autoctoni percepiscono il conflitto in maniera proporzionale a quanto si sentono personalmente in competizione con gli immigrati per le risorse. Per esempio l’immigrazione africana, essendo caratterizzata principalmente da giovani uomini che cercano lavoro e partner sessuali, fa sì che si crei un conflitto soprattutto con giovani uomini italiani. Ovviamente non tutti i giovani uomini italiani che hanno la fortuna di non avere particolari difficoltà a trovare partner sessuali. Entrano in competizione con un migrante meno giovane di un italiano che ha la sfortuna di non avere molte alternative sessuali a disposizione. Similmente, un giovane laureato difficilmente entrerà in competizione con i migranti africani per il lavoro. Ne segue che il conflitto generato dall’immigrazione africana sarà percepito in maniera particolarmente forte tra gli uomini poco attraenti e poco istruiti.
- Persone con un basso quoziente intellettivo tendono ad essere più razziste delle persone con altre paziente intellettivo. Le persone che proveranno maggiormente conflitto saranno esattamente quelle che si identificano maggiormente con le tradizioni del proprio gruppo sociale.
- Siccome gli immigrati spesso cercano e ottengono i lavori più umili e meno pagati, le classi più povere della popolazione nativa potrebbe essere. Quelle più danneggiate. E stato invece dimostrato che la percentuale di nativi che perdono il lavoro a causa dell’immigrazione è minima. Ciò si deve al fatto che gli immigrati competono per il lavoro principalmente tra loro e non con gli autoctoni. Al contrario, l’immigrazione ha aumentato i profitti degli autoctoni. Un’altra fonte classica di conflitto sull’immigrazione riguarda i costi per lo Stato sociale. Il primo dettaglio è che questa spesa rappresenta soltanto lo 0,5% della spesa pubblica italiana. Dunque lo Stato italiano sul 100 € ne spende il 99,5 per gli italiani e 0,5 per immigrati che ancora non sono entrati nel mondo del lavoro. Poi la bilancia della condivisione dei costi sociali cambia radicalmente a favore di nativi. Non appena gli immigrati entrano nel mondo del lavoro, perché in quel momento cominciano a pagare le tasse.
- È stato dimostrato che la correlazione tra immigrati e criminalità sembra essere addirittura negativa.
- Gli immigrati di prima generazione, quindi, sebbene consapevoli delle difficoltà di autorealizzarsi in un paese diverso da quello di nascita, in genere tendono a considerare i benefici della vita da migranti come maggiori dei costi. Invece gli immigrati delle generazioni successive. Non avendo esperienza diretta delle difficili condizioni di vita del loro paese originario. Possono cessare di valutare i benefici del vivere in un altro paese e focalizzarsi principalmente sull’alto costo dell’integrazione in termini di perdita della propria cultura originaria e dell’umiliazione e discriminazione frequenti subiti. Questo può portare ad una radicalizzazione latente o manifesta, che si esprime in odio ed esplosioni di rabbia, che in casi estremi possono condurre al terrorismo.
- Il nostro paese ha bisogno di una crescita interculturale. Per spiegarlo in parole semplici, basti pensare alla diversa natura che avrebbe la promozione della sostituzione di automobili con un motore a scoppio, con quelle elettriche e confrontarla con la promozione di pasta fatta con farina di insetti al posto della pasta di grano duro. Per il primo cambiamento si ipotizzò miglioramento, che rimane facilmente comprensibile alla maggior parte della gente, senza richiedere un granché di conoscenze specializzate in campo ambientale, energetico o di salute pubblica. Il secondo cambiamento, invece, propone un salto in qualcosa di strano che appare subito molto lontano dall’esperienza di tutti, un po’ fastidioso se non stomachevole. Per comprendere la necessità del secondo cambiamento bisognerebbe conoscere l’insostenibilità dei consumi di acqua per la produzione del grano, la qualità proteica e di fibra della farina di insetti ed altre conoscenze specializzate.
- In Italia non è mai stato fatto uno sforzo diffuso e prolungato nel tempo in tutti i settori della società per educare all’intercultura al è piuttosto comune nella cultura dominante degli autoctoni. Una percezione di fastidio e rifiuto di culture diverse.
- Più della metà della popolazione italiana ritiene che atti di razzismo contro chi può sembrare diverso siano giustificabili a seconda delle situazioni in cui accadono. La situazione italiana come una degenerazione culturale che accetta l’inaccettabile, una globalizzazione dell’indifferenza profonda e surgelata, che previene e impedisce qualunque speranza di crescita interculturale. Una porzione importante della società italiana è razzista, ma il vero problema sarebbe invece il fatto che la maggior parte della società nega l’esistenza del problema.
- Il conflitto fra uomo e donna e la violenza di genere. La violenza di genere è in continua controtendenza rispetto ai dati. Positivi della criminalità, perché come società stiamo fondamentalmente sbagliando, l’approccio neghiamo le origini del conflitto, perché ci fa comodo, neghiamo le origini del conflitto, perché nel nostro profondo sappiamo che andarle a capire aprirebbe il vaso di Pandora dell’evoluzione dei comportamenti sessuali umani.
- Cominciamo quindi subito con uno sfatare la menzogna più grande tra quelle maggiormente diffuse sul rapporto tra uomini e donne, ovvero che essi nascono fondamentalmente uguali e che qualunque differenza tra loro è dovuta all’effetto della società. Le donne partoriscono gli uomini, no. Siamo mammiferi. E la conseguenza di questa semplice evidenza biologica sui nostri comportamenti sessuali sono enormi. Capire i comportamenti sessuali degli omini ominidi e dei primi uomini sapiens è fondamentale per illuminare le radici del conflitto tra uomini e donne nel nostro tempo. Questo implica? Il che il costo riproduttivo è diverso tra le femmine e i maschi. Una femmina che rimanga incinta, non si può riprodurre di nuovo per diversi mesi. Il maschio ominide invece non ha di questi problemi, può riprodursi anche più volte al giorno, senza interruzioni nel corso della vita e senza mai andare in difficoltà della ricerca del cibo. Gli scienziati lo chiamano mercato dell’accoppiamento ed è altamente asimmetrico.
- Il prezzo che devono pagare. È uguale al costo della riproduzione. Se è una femmina vuole acquistare il patrimonio genetico di un maschio, allora deve pagare il fatto di non essere in grado di riprodursi per altri con altri maschi per circa 15 mesi e di dipendere dal maschio, per quanto? Riguarda il cibo, specialmente nei giorni intorno al parto. Se il maschio vuole acquistare il patrimonio genetico di una femmina deve pagare il fatto di non essere in grado di riprodursi con altre femmine per circa 15 minuti. Dunque il prezzo degli ominidi dello stesso sesso è costante, tuttavia essi differiscono in qualità. Se riprodursi più costoso per le femmine, che per i maschi va da sé che le femmine devono stare più attente dei maschi a non compiere errori. 6 1 femmina sbaglia e compro maschio sbagliato. Il quale, per esempio, non si occupa di procurare il cibo per la prole oppure con dei difetti genetici che impediscono alla prole di crescere sana. Non solo ha perso 15 mesi della sua vita, ma rischia letteralmente di morire di stenti. Negli ultimi giorni prima del parto e nei primi giorni successivi al parto. Se invece il maschio che compra una femmina sbagliata ha solo perso 15 minuti della sua vita e certamente non rischia di morire di stenti? Questo implica che nel mercato dell’accoppiamento la femmina sceglie mentre il maschio viene scelto. La femmina rappresenta la merce preziosa che i maschi competono per avere dunque il mercato dell’accoppiamento è più competitivo per i maschi che per le femmine.
- Ci sono quattro tipi possibili di comportamento sessuale, la monogamia? La poliginia, un maschio con più femmine, la Andrea, una femmina con più maschi, e la promiscuità più maschi con più femmine.
- È ragionevole immaginare che i primi ominidi fossero promiscui.
- Qualcuno afferma che comportamenti sessuali, inclusi la Monogamia, siano recenti e causati dalla società.
- Come si è arrivati alla monogamia? Quando c’è forte carenza di risorse la promiscuità diventa instabile perché non essendoci certezza della paternità, la cura della prole è tutta sulle spalle della femmina. Quindi, a questo punto si rende necessario l’investimento paterno. Ma questo per poter essere possibile, richiedeva la certezza della paternità, per cui è presumibile che in queste condizioni di estrema carenza di risorse, si siano cominciate a sviluppare le prime tendenze monogame almeno seriali. Ma è anche possibile che un singolo maschio abbia risorse sufficienti per garantire la sopravvivenza di se stesso e di due o più femmine. Di conseguenza in questa tribù si svilupperà un comportamento sessuale misto tra monogamia. Seriale e poliginia.
- Possiamo immaginare che inizialmente maschi e femmine di tribù diverse si incontrassero in segreto per accoppiarsi e poi tornassero ciascuna nella propria terra TV. Questo però deve aver creato una certa conflittualità. Perché mai i maschi delle tribù delle femmina? Dovrebbero investire le loro scarse risorse per crescere un neonato non loro. Ecco allora che questi maschi possano aver obbligato la femmina a rivelare il padre del suo bambino, il quale venne obbligato a prendersi cura del bambino. L’obbligo venne sancito con un rituale, uno scambio di braccialetti forse, o di collane. Fu il primo matrimonio della storia umana. È possibile che a seguito del matrimonio, i maschi delle tribù della femmina abbiano obbligato la femmina a lasciare la tribù e andare da quella del marito e non viceversa, per paura che il marito mettesse incinte altre femmine della loro tribù. È possibile che in cambio i maschi della tribù della femmina abbiano chiesto una femmina dell’altra tribù per pareggiare i conti? Ecco quindi che il matrimonio comincia ad essere una sorta di patto tra tribù per scambiarsi partner sessuali. È possibile, inoltre che in questa fase si siano manifestati i primi semi di una futura società patriarcale. I maschi di una tribù che si accordano con i maschi di un’altra tribù per scambiarsi le figlie femmine. Con la nascita dell’agricoltura i maschi hanno cominciato ad accumulare risorse e a passarle di generazione in generazione lungo la linea di sangue paterna. Così piccole differenze iniziali tra maschi nella capacità di procurare risorse nel corso di poche generazioni, sono diventate grandi differenze.
- L’accumulo delle risorse da parte di alcuni maschi poneva il problema che alla morte dei maschi bisognava lasciare le loro ricchezze a qualcuno. A chi? Ai propri figli e alle proprie figlie. I maschi dovettero sviluppare strategie per garantirsi la certezza della paternità. Ecco quindi l’idea di limitare la libertà sessuale delle femmine. Gommini cominciarono ad impedire alle loro mogli, figli, sorelle e qualunque relazione esterna a quella familiare. Sì, anche figlie e sorelle, così da poterle dare in spose certi della loro verginità e garantire ai loro mariti la certezza della paternità. Nacque così la società patriarcale.
- Il problema del tradimento visto dagli uomini e la potenziale perdita di paternità. Ovvero dell’unico motivo per cui, biologicamente, gli esseri viventi si trovano sulla terra, passare il loro codice genetico alla generazione successiva. Questo implica che specialmente gli uomini soffrono di quello che possiamo chiamare terrore dell’oblio, il terrore di morire senza essere riprodotti. Il terrore dell’oblio e un terrore esistenziale e come tale innesca quasi automaticamente una contro strategia. Alcune di queste contro strategie sono estremamente negative, compresi il controllo patriarcale e la violenza sulle donne. Alcuni uomini sono riusciti a sostituire la paternità con l’immortalità simbolica data dalle arti e dalla scienza.
- Molti uomini si identificano nel proprio lavoro dandogli un significato simbolico che trascende la semplice interpreta. Nel del lavoro come mezzo per accumulare risorse. Se un uomo è soddisfatto dagli altri aspetti della sua vita e con sufficiente autostima, è possibile che di fronte al tradimento si metta subito l’anima in pace. Si butti per un periodo sul lavoro e poi appena si sente pronto. Proverà a tessere una relazione con un’altra donna che sicuramente non tarderà a trovare grazie alla sua autostima e sicurezza. Se invece si aggiunge la mancanza di autostima, si fornirà la miscela esplosiva per innescare la violenza. L’uomo avrà il terrore non solo di perdere tutto, ma anche di non essere mai più in grado di avere nulla. Nascerà l’impulso maledetto di usare tutti i mezzi possibili per non far scappare la donna, inclusa la violenza. Le forme di violenza possono essere di varia natura e di varia intensità, anche se le più efficaci sono la violenza economica, non dare alla donna l’indipendenza economica, che spesso è necessaria per uscire da una relazione, e la violenza fisica. Nei modi appena descritti si genera quella che chiamiamo l’equilibrio del terrore. Uomini con poca autostima che hanno proiettato l’intera loro vita su una donna, terrorizzati dal perderla, la costringono a restare nella relazione. Mediante l’uso della violenza.
- Una società monogama con forti disuguaglianze economiche è altamente instabile, in quanto sia uomini che donne saranno tentati di tradire il proprio partner, compagno, compagna. Questo può generare un equilibrio del terrore. Uomini con poca autostima e che hanno proiettato la loro intera vita su una donna, costringono la donna stessa a restare in una relazione, sottoponendola a violenza economica e fisica. La donna non riesce a uscire dalla relazione per timore delle conseguenze. Se la donna prova a uscire dalla relazione, le conseguenze possono essere terribili, anche mortali.
- Dunque una trasformazione verso una società con una distribuzione di risorse più elitarie potrebbe contribuire alla riduzione della violenza sulle donne, parità di stipendi, supporti economici a donne incinta e durante l’allattamento, sia quelle occupate che quelle senza lavoro.
- Gli uomini senza autostima sono un gran problema per la società e specialmente per le donne, ma anche per loro stessi, essendo profondamente infelici.
- È importante che sia gli uomini che le donne siano accompagnati nel loro percorso di vita da esperti che le aiutino a mantenere l’autostima sopra una soglia minima.
- Fattori trainanti della violenza degli uomini contro le donne hanno quasi sempre origine in un malcelato senso di superiorità degli uomini verso le donne. La differenza salariale per lo stesso lavoro tra uomini e donne è rilevante.
- Aiutare la popolazione, in particolare gli uomini, sin da piccoli, a costruire se stessi come membri positivi della società. Probabilmente riceverà una certa opposizione, specialmente in alcuni settori della società. La prima cosa da capire riguarda le ragioni per cui una donna non riesce a lasciare un compagno violento. La ragione principale è la paura per la propria incolumità. È la stessa logica che ispira l’uomo violento, spaventare le vittime con la minaccia di aumentare il livello di violenza. La mancanza di sostegno esterno che può manifestarsi sia nella mancanza di supporto dalla famiglia che nella carenza di servizi istituzionali. Altro motivo è l’auto biasimo attraverso il quale la donna può ritenere se stessa colpevole della violenza.
- Parliamo di fake news. Due grandi recenti esempi di fake news sono quelle di Donald Trump. Riguardo il pizzagate verso Ilary Clinton e tutta la campagna per la Brexit.
- Le fake news non sono un qualcosa di recente. Un falso storico clamoroso e quelle delle cinture di castità. Le cinture di castità in realtà non sono mai esistite nel Medioevo. Un altro esempio, quello dei protocolli di dei Savi di Sion, un falso storico creato nel 1903 dalla polizia segreta russa con l’intenzione di diffondere odio nei confronti degli ebrei. Quest’ultimo esempio sottolinea una caratteristica Comune di molte fake news, esse non riportano semplicemente una notizia falsa fine a se stessa. La notizia falsa ha la finalità specifica di disprezzare qualcosa o qualcuno e spesso è usata come mezzo per danneggiare un gruppo di persona. Mi racconta la storia di Simone trovato morto il giorno di Pasqua del 1475 vicino a Trento, in cui vengono accusati gli ebrei. E vengono uccisi per questo motivo. Venne poi scoperto che era un fake news, anche se. Simonino venne poi. Proclamato Santo. Eppure il 26 marzo 2020 il titolo italiano, Giovanni Gasparro, un’artista Barese che Vittorio Sgarbi ha definito. Un novello Caravaggio ha presentato un dipinto inquietante intitolato Martirio di San Simonino da Trento per omicidio rituale ebraico, in cui un gruppo di ebrei tortura un bambino.
- Il mondo in cui viviamo è un mondo in cui ogni informazione che circola è potenzialmente falso. La comunicazione nasce sempre come comunicazione Onesta, la tentazione alla disonestà e successiva e a inizio quando gli individui scoprono che si può manipolare la comunicazione per i propri interessi. Queste osservazioni ci fanno capire che l’informazione disonesta e spesso male per la società. L’informazione disonesta mina ovviamente anche il rapporto di fiducia tra le persone e spesso va a esacerbare conflitti preesistenti, essendo spesso finalizzata esplicitamente a ferire o indebolire l’avversario. E a favorire se stessi o il proprio gruppo sociale.
- Il caso più semplice è quello delle fake news, finalizzate esplicitamente a favorire oppure danneggiare una persona o un gruppo di persone. Queste fake news sono create letteralmente a tavolino da uno o più individui, con un’evidente fine egoistico. Il secondo caso è quello di una notizia falsa che viene scambiata per vera, spesso per errore. Il terzo caso è quello di fatti veri che vengono riempiti di dettaglio in maniera tale che la notizia risultante diventi falsa.
- Consideriamo le fake news dei vaccini che causerebbero l’autismo, la cui ricostruzione storica è ormai nota. Immaginate di ascoltare una canzone dei Queen e poi di uscire di casa per andare a cena da un amico e avere un incidente in macchina. Ovviamente sarebbe assurdo concludere che la vera, ascoltato la canzone dei Queen, abbia causato l’incidente. Eppure questa è la logica che usano coloro che sostengono che i vaccini causino l’autismo.
- Bisogna distinguere tra correlazione e causazione. Per esempio, il numero di persone che muoiono annegate cadendo in una piscina è in correlazione con il numero di film in cui appare Nicolas Cage. Il consumo di mozzarella per persona è in correlazione con il numero di laureati in ingegneria civile. Il numero delle persone che muoiono cadendo da una sedia a rotelle è in correlazione con il prezzo delle patate. Ricade in questa categoria la fake news che la diffusione del virus è causata dal 5 g. Questa credenza viene dal fatto che effettivamente esiste una correlazione tra copertura 5 GE diffusione del coronavirus. Infatti, Whuan, la regione cinese in cui è esplosa la pandemia, e il Nord Italia, la regione italiana in cui è esplosa la pandemia in Europa, sono tra le regioni al mondo con maggiore copertura 5 g. Ma come si è detto prima, il fatto che ci sia una correlazione non implica che ci sia una causa. Zione. Una ulteriore? Errore cognitivo che può dare origine ad una fake news e la confusione tra coerenza, logica e verità. Specialmente quando accade un evento tragico e inspiegabile come la mutazione di virus che gli fa compiere il salto di specie di esseri umani, vengono presi dal terrore esistenziale causato dalla presa di coscienza della loro mancanza di controllo sulla natura.
- A forza di ripetere una cosa, questa diventa vera. Si chiama effetto della verità illusoria. Per esempio, possiamo pensare che nella vita reale se è una cosa viene ripetuta più volte, allora è più probabile che sia vera di una cosa che viene ripetuta una volta sola e mai più menzionata. Questo perché in generale al nostro cervello piacciono le cose che sono facili da processare cognitivamente rispetto a quelle che sono più difficili, appunto, perché gli permettono di risparmiare energie cognitive. E anche un sistema della pubblicità. In pratica qualche volta la cornice conta di più del quadro nel definire il soggetto del quadro.
- Trasferito all’informazione fake news un esempio facile da capire di questo effetto di verosimiglianza del falso è uno slogan politico ritenuto credibilissimo e saggio da milioni di italiani quando si tratta di immigrazione dai paesi poveri. Aiutiamoli a casa loro. Esso contiene due concetti belli, chiari, ricchi di valore positivo l’atto dell’aiuto, chi potrebbe dire di no di fronte a un povero? È il luogo a casa loro che rende tutto più semplice. Il ragionamento favorevole all’immigrazione deve invece spiegare come mai casa loro nemmeno esiste, perché distrutta dalle guerre o dal cambio di climatico. Il costo enorme e le metodologie complicate per creare occupazione sostenibile nei paesi poveri, le grandi complessità della cooperazione internazionale. Sono tutte conoscenze che un corso completo di 500 ore di master in cooperazione internazionale riesce solo ad introdurre.
- C’è un altro meccanismo fortissimo di battibile, per confezionare un’idea, un’informazione, notizia, in modo che la quasi totalità delle persone la creda vero. Farla ripetere spesso a una persona che ha potere o credibilità.
- Chiaramente la cosa postare per primi genera numerose deviazioni, molto spesso la fretta di postare impedisce di controllare nel tagli la veridicità. Del. La notizia. Oppure porta ad una semplificazione? È una abbreviazione della spiegazione che può generare buchi interpretativi che possono generare successivamente una distorsione della notizia.
- I tweet che venivano letti e condivisi di più erano quelli che contenevano le cosiddette emozioni morali, ossia le parole come odio, violenza, amore. In alcuni ricerche gli autori hanno classificato le notizie come vere o false e hanno scoperto che le storie false si diffondevano più velocemente, più ampiamente più profondamente di quelle vere. Le storie false avevano il 70% di probabilità in più di venire rilanciati e raggiungevano i primi 1500 utenti con velocità. Se a volte maggiore. Delle notizie vere. Le persone tendono ad usare maggiormente il sistema intuitivo e le porta ad essere facilmente vittima delle fake news.
- Un esempio è Luigi sta correndo una corsa campestre. Luigi riesce a superare la persona in seconda posizione. In che posizione si trova ora Luigi?
- La risposta intuitiva ma errata e che Luigi è in prima posizione. Un attimo di riflessione lascia capire che questa risposta è sbagliata. La risposta giusta è che Luigi, dopo il sorpasso, si trova in seconda posizione, avendo appunto preso il posto di chi si trova in seconda posizione. Riassumendo, quando scoliamo le notizie sui social media, anche se non ce ne accorgiamo, tendiamo a credere intuitivamente a qualunque cosa leggiamo. Dobbiamo fare uno sforzo mentale per distinguere le notizie vere da quelle false. Sono stati attivati dei sistemi per cercare di scovare e correggere le fake news, ma le correzioni non sono efficaci e le persone possono rimanere convinte del loro parere iniziale. Perché il problema è che la correzione viene Letta dalle persone che seguono il sito di debunking, cioè quello che corregge la falsa notizia. Le fake news diventano virali da una parte politica, mentre le correzioni diventano virali dall’altra parte politica. Molte persone condividono fake news, ma in realtà non vogliono condividere false notizie. Lo fanno semplicemente per distrazione. A questi falsari a loro insaputa piace una notizia e la condividono senza neanche pensare che questa notizia potrebbe essere falsa.